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18/06/2021

Dal pignoramento all’asta: cosa succede e come evitarlo

Mai confondere una singola sconfitta con una sconfitta definitiva. E’ l’invito di Francesca Cardia, esperta di sofferenze immobiliari e formatrice, che spiega passo dopo passo come si arriva al pignoramento della casa, cosa accade dal pignoramento all’asta e suggerisce alcune soluzioni alternative per evitare questo iter.

Come inizia il processo di pignoramento
Il pignoramento, spiega Cardia, è l’atto con cui inizia il percorso di espropriazione forzata di un bene mobile o immobile a tutela di un creditore, quando il debitore è insolvente. Il passaggio non è mai automatico ma deve esserci un’istanza da parte del creditore.

Il primo passo verso il pignoramento è un debito insoluto, che si è cercato invano di ripagare. A questo segue un titolo esecutivo a cui fa seguito un atto di precetto e poi il pignoramento vero e proprio. Il pignoramento viene trascritto dopo 10 giorni dall’atto di precetto nei pubblici registri della Conservatoria e dura per tutta la procedura esecutiva. La trascrizione viene cancellata con il decreto di trasferimento da parte del giudice delle esecuzioni.

Il titolo esecutivo è il documento che dà il via all’esecuzione forzata, e va notificato sempre al debitore insieme o separatamente rispetto all’atto di precetto. Può essere giudiziale (sentenza, decreto ingiuntivo) o stragiudiziale (titolo di credito, scrittura privata autenticata).

L’atto di precetto è l’intimazione, recapitata al domicilio del debitore, a soddisfare il debito entro e non oltre i dieci giorni dalla ricezione. Contiene anche l’invito a ricorrere ad un organismo di composizione della crisi per avere aiuto nella gestione della situazione.

Quali tipi di sofferenze esistono
Esitono tre tipi di debito, che in terminologia bancaria si chiamano esposizioni deteriorate (Non performing exposures, NPE): i debiti “past due”, ovvero scaduti da oltre 90 giorni; i debiti UTP (Unlikely to pay), ovvero quelli che difficilmente saranno saldati, e i debiti NPL (Non performing loans), cioè quelli che, nonostante i tentativi di essere riportati in bonis, non sono stati rimborsati ed entrano quindi a tutti gli effetti nella procedura esecutiva.

Tipologie di pignoramento
Quando un debito entra in procedura, esistono tre tipi di pignoramento: mobiliare (ovvero sui beni mobili come arredi, gioielli, auto ecc), immobiliare ( su beni immobili) o presso terzi (ovvero sui conti correnti e su redditi o pensioni). In caso il bene immobile pignorato sia quello di residenza del debitore e della sua famiglia, il suo rilascio non può essere disposto prima della pronuncia del decreto di trasferimento.

Alcune categorie di beni sono impignorabili per il loro valore morale o per l’indispensabilità nella vita quotidiana, come crediti alimentari, assegno maternità o di povertà, oggetti di culto, fedi nuziali ecc. Anche la prima casa è impignorabile, ma solo dal fisco (che può però trascrivere ipoteca); altri creditori possono pignorare anche la prima casa.

Quando il bene pignorato va all’asta
Quando il bene mobile o immobile pignorato viene messo all’asta, secondo la legge 132/2015, che elimina le aste con incanto, è possibile offrire il 25% in meno della base d’asta. Nel caso l’asta vada deserta, la successiva asta avrà una base di partenza che sarà già inferiore del 25% rispetto al primo prezzo di partenza, e potrà essere ribassato di un ulteriore 25%. Questo è stato stabilito per invogliare gli acquirenti a partecipare.

Come partecipare all’asta
La gara vera e propria avviene in via telematica in tre modalità: sincrona, asincrona e sincrona mista. Sincrona significa che tutti glia spiranti acquirenti sono presenti nello stesso momento, in collegamento, quando si aprono le buste in modalità digitale. Sincrona mista è una modalità sempre telematica con in aggiunta una parte in presenza. L’asta asincrona è a tempo: c’è un giorno di inizio e uno di fine e non c’è bisogno che gli acquirenti siano presenti tutti nello stesso momento.

Alternative al pignoramento
Per evitare di vedere i propri beni pignorati quando non si riesca a sostenere un debito, ci sono alcune strade alternative:

Sospensione del mutuo, attraverso l’accesso al fondo di solidarietà per i mutui prima casa, che sospende il pagamento della quota capitale fino a 18 mesi. La banca in ogni caso non pignora la casa immediatamente dopo l’ultima rata non pagata del mutuo; solitamente trascorrono circa 4 anni durante i quali vengono fatti diversi avvisi.
Conversione del pignoramento: versando un sesto in denaro del debito dovuto a tutti i creditori, si può fare istanza di conversione del pignoramento: in caso di approvazione, il debito va ripagato in 48 mesi e sostituisce ai beni pignorati la somma di denaro corrispondente al lotro valore, oltre alle spese giudiziarie. In caso però di nuovo ritardo, il procedimento ripartirà.
Gestione della crisi: in caso di sovra indebitamento ci si può affidare ad un OCC (organismo di composizione della crisi) che, insieme al Gestore della crisi e al giudice delegato, trovano soluzioni alternative al pignoramento, ad esempio con piani di ristrutturazione del debito o con la liquidazione del patrimonio del debitore, anche qualora il suo valore copra solo parzialmente il valore del debito.
Saldo e stralcio: vendita extra giudiziale dei beni invece che affidarli all’asta. La compravendita avviene sul mercato con la mediazione di professionisti (ma con l’atto di estinzione di pignoramento redatto comunque dal tribunale). I vantaggi sono la maggiore rapidità della conclusione dell’affare e il prezzo che sarà più alto e consentirà di coprire meglio il debito. Oltretutto, l’acquirente avrà immediatamente la disponibilità del bene acquistato.
La procedura esecutiva
La procedura esecutiva inizia con l’atto di pignoramento, notificato al debitore e alle parti coinvolte presso l’ufficiale giudiziario. Successivamente si presenta in conservatoria la nota di trascrizione.

L’iscrizione a ruolo avviene con il deposito delle copie conformi del titolo esecutivo, del precetto, dell’atto di pignoramento e della trascrizione entro 15 giorni dalla ricezione dell’atto di pignoramento stesso. Dopo 10 giorni si deposita l’istanza di vendita.

Dopo 60 giorni, può avvenire la perizia Ctu che determina il prezzo di vendita secondo tre tipi di parametri: valore di mercato, di realizzo o decurtato delle spese. Verrà scelto di questi il valore più basso perché l’intento è vendere presto dato che la procedura ha dei costi per la giustizia. In definitiva, dopo l’ordinanza di vendita e l’avviso di vendita, passano almeno 45 giorni prima del giorno dell’asta.

Una volta aggiudicato il bene in asta, il pignoramento è estinto.

15/05/2020

L’ecobonus del 110% a chi cambia caldaie e infissi.

Diciotto mesi per rendere le nostre case più efficienti e sicure senza spendere nulla. Il superbonus del 110% si presenta come un’occasione da non perdere. Però ci sono regole stringenti e comunque il bonus non è per tutti. Chi ha diritto Le opere devono riguardare, condomini o unità immobiliari indipendenti, non in costruzione, che siano prima casa e potranno usufruire del bonus le persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni: fanno eccezione gli interventi compiuti dagli Iacp o da imprese e cooperative che hanno finalità sociale. Significa quindi che se si possiede una villetta che si utilizza come casa di vacanza o la si affitta non si ha diritto al bonus, se la seconda casa è in condominio invece sì. I tempi I diciotto mesi indicati sono quelli che intercorrono tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2021. Nonostante l’apparenza, i tempi non sono larghi perché le opere di coibentazione e ancor di più quelle di consolidamento antisismico sono di lunga durata e in molte regioni d’Italia d’inverno difficilmente si possono effettuare. Inoltre per ancora qualche tempo potrebbe porsi il problema di assemblee condominiali impossibili con la presenza fisica. Come accade per gli altri bonus, si adotterà il criterio di cassa: l’agevolazione fiscale quindi sarà calcolata sulle somme saldate appunto tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. A chi rivolgersi Sono agevolate le opere di coibentazione dell’edificio che riguardino oltre il 25% dell’intonaco, con un tetto di 60mila euro per ogni unità immobiliare. Limite di 30mila euro per unità per la sostituzione in condominio degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno della classe A. Sempre 30mila euro per la sostituzione nelle case unifamiliari degli impianti di climatizzazione invernale con impianti a pompa di calore di riscaldamento, raffrescamento o fornitura di acqua calda sanitaria. Le cifre si riferiscono alle singole categorie di intervento. Condizione necessaria è che i lavori apportino un miglioramento di almeno due classi energetiche o che in alternativa il miglioramento sia il massimo tecnicamente raggiungibile. Gli interventi dovranno essere comunicati all’Enea. Hanno diritto al superbonus anche gli impianti fotovoltaici, con tetto massimo di spesa di 48mila euro per edificio purché l’intervento sia effettuato contestualmente alle altre opere agevolate. Rientrano infine anche tutti gli interventi di efficientamento energetico previsti dall’ecobonus attualmente in vigore (come schermi solari, infissi ecc) sempre però se effettuati insieme a lavori o installazioni che diano diritto al superbonus.

07/04/2020

Il vero valore della casa come bene rifugio

Chi ha sempre pensato che il mattone fosse solo un asset illiquido, in tempi di coronavirus può scoprire il vero significato del concetto di casa come bene rifugio. La pandemia ci sta facendo infatti scoprire vari aspetti dello stare in casa che da tempo ormai, presi dalla frenesia del lavoro outdoor, non ricordavamo più: la casa-ufficio, la casa-palestra, la casa-cucina stellata, la casa-social. Se quindi in questo periodo si è registrato un balzo nella vendita di farina, lievito e uova per le nostre riscoperte doti da chef, nonché un aumento esponenziale nell’uso di social network e nella lettura di siti di informazione, oltre che di vendite di detergenti per le pulizie, questo è anche dovuto al nuovo valore che la casa sta assumendo agli occhi degli italiani (e non solo). Quello di bene rifugio, non nel senso economico del termine, ma nel senso “umano” di tana nella quale ripararsi e vivere h24. E’ quindi probabile, come anticipavamo tempo fa in una intervista fatta al direttore generale di Scenari Immobiliari Francesca Zirnstein, che anche le esigenze legate alla casa si stiano delineando in questo periodo in modo da determinare le scelte di acquisto futuro. Ad oggi, secondo Plus 24, un terzo delle abitazioni italiane non ha spazi esterni, il 60% non ha doppi servizi, il 92% sono case almeno del secolo scorso. Di contro, gran parte delle abitazioni sono addensate nelle città, dove la dimensione media è di 62 mq, mentre ora come ora il valore di abitare in contesti più aperti e meno densi di popolazione sta assumendo tutto un altro significato. Comporterà tutto questo un cambiamento di gusti in fatto di scelta delle abitazioni nel mondo post-Covid? Avrà delle conseguenze sul valore del mattone? Lo dirà solo il tempo. Intanto nel breve periodo si osserva un concreto rischio di svalutazione di un asset nel quale è investito il 75% della ricchezza degli italiani e che già aveva perso oltre un terzo del valore nel giro di alcuni decenni. La ripresa era appena cominciata in alcuni contesti, in particolare nei grandi centri, prima di questo nuovo stop. Quello che si può prevedere è quindi una rimodulazione delle preferenze a favore di spazi più ampi, aree esterne, doppi servizi, ma non necessariamente una preferenza per la provincia rispetto alla città. Probabilmente questo momento rilancerà le periferie dei grandi centri, giusto compromesso tra le due soluzioni.

07/04/2020

Decreto "Cura Italia", i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate

Con la circolare n.8/E l'Agenzia delle Entrate ha risposto ai quesiti di associazioni, professionisti e contribuenti in merito alle misure del decreto "Cura Italia". Vediamo quali sono i temi affrontati. Con la circolare n.8/E, l'Agenzia delle Entrate ha risposto ai quesiti sul decreto 18 del 17 marzo 2020. Sono stati chiariti molti temi, tra cui le proroghe e le sospensioni dei termini per i versamenti e gli adempimenti, le misure specifiche a sostegno delle imprese e dei lavoratori, la sospensione delle attività degli enti impositori, i versamenti relativi ai carichi affidati all'agente della riscossione, le erogazioni liberali. Bonus 100 euro "Cura Italia" In merito alla determinazione del limite di 40mila euro di reddito da lavoro dipendente previsto per attribuire il bonus di 100 euro per il mese di marzo, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che bisogna considerare esclusivamente il reddito di lavoro dipendente assoggettato a tassazione progressiva Irpef e non anche quello assoggettato a tassazione separata o ad imposta sostitutiva. Secondo quanto spiegato inoltre dalla circolare, i sostituti d'imposta riconosceranno il premio ai lavoratori dipendenti in via automatica a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno. Erogazioni liberali deducibili A proposito della deducibilità delle erogazioni liberali dal reddito d'impresa, l'Agenzia delle Entrate ha precisato che la deduzione non è parametrata al reddito. L'agevolazione spetta anche in presenza di una perdita fiscale realizzata nel periodo d'imposta in cui è stata effettuata l'erogazione liberale. Donazioni alimentari In merito alla solidarietà alimentare, secondo quanto spiegato dall'Agenzia delle Entrate, rientrano tra le erogazioni liberali che beneficiano degli incentivi fiscali introdotti con il Dl n. 18/2020 le donazioni effettuate dalle persone fisiche, dagli enti non commerciali e dai soggetti titolari di reddito d'impresa aventi ad oggetto misure di solidarietà alimentare nell'ambito dell'emergenza da Covid-19 ed effettuate a favore dello Stato, delle regioni, degli enti locali territoriali, di enti o istituzioni pubbliche, di fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro. Sospensione versamenti 16 marzo 2020 Secondo quanto spiegato, il pagamento della tassa annuale di vidimazione dei libri sociali, in scadenza il 16 marzo, rientra tra i versamenti prorogati al 20 marzo. Se i soggetti interessati hanno il domicilio fiscale, la sede legale o quella operativa negli 11 comuni della Lombardia e del Veneto - individuati dal Decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze del 24 febbraio 2020 - beneficiano di una sospensione più estesa con scadenza tra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020. Nel caso di più attività esercitate nell'ambito della stessa impresa, per beneficiare della sospensione delle ritenute e dei versamenti prevista dal Dl n. 9/2020 fino al 30 aprile per i settori maggiormente colpiti dall'emergenza epidemiologica, è necessario che le attività rientranti tra quelle oggetto di sospensione siano svolte in maniera prevalente rispetto alle altre esercitate dalla stessa impresa. Possono rientrare nell'agevolazione anche i soggetti che svolgono un'attività con un codice Ateco diverso da quelli indicati nelle risoluzioni n. 12/E e 14/E dell'Agenzia se l'attività svolta è riconducibile sostanzialmente a una delle categorie economiche indicate. Sospensione versamenti Iva La sospensione dei termini dei versamenti Iva in scadenza nel mese di marzo 2020 (prevista dall'articolo 61, comma 3, del Dl Cura Italia) si applica anche ai versamenti Iva dovuti dalla società controllante del Gruppo Iva. Imposta di registro Tra gli adempimenti tributari sospesi può rientrare anche l'assolvimento dell'obbligo di registrazione in termine fisso, previsto dall'articolo 5 del Testo Unico dell'imposta di Registro. Questa sospensione rileva a prescindere dalla circostanza che la registrazione degli atti pubblici, delle scritture private autenticate e di quelle prive dell'autentica avvenga in forma cartacea o secondo modalità telematiche. Per conoscere tutti i chiarimenti e le risposte fornite dall'Agenzia delle Entrate è possibile consultare oltra alla menzionata circolare n.8/E del 3 aprile 2020, la circolare n. 4/E del 20 marzo 2020 (Chiarimenti e indicazioni operative sulla trattazione delle istanze di interpello nel periodo di sospensione dei termini); la circolare n. 5/E del 20 marzo 2020 (Primi chiarimenti in merito ai termini per il pagamento degli importi dovuti a seguito di accertamenti esecutivi); la circolare n. 6/E del 23 marzo 2020 (Sospensione dei termini e accertamento con adesione - Primi chiarimenti); la circolare n. 7/E del 27 marzo 2020 (Chiarimenti e indicazioni operative sulla trattazione delle istanze di accordo preventivo per le imprese con attività internazionale e di determinazione del reddito agevolabile ai fini del c.d. Patent box); la risoluzione n. 12/E del 18 marzo 2020 (Sospensione dei versamenti tributari e contributivi a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 – primi chiarimenti); la risoluzione n. 14/E del 21 marzo 2020 (Sospensione dei versamenti tributari e contributivi a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 – ulteriori precisazioni).

07/04/2020

Webinar Consimm : Servizi alla locazione

Il Consorzio Consimm sempre attento alle esigenze dei nostri preziosissimi clienti che delle nostre amate agenzie consorziate , ha organizzato in data odierna un Webinar in collaborazione col nuovo partner LOCARE Rent Care Services , per illustrare i servizi inerenti alle locazioni erogati agli agenti immobiliari tramite questa interessante azienda . Dalla compilazione on line dei contratti di locazione , alla possibilità di registrazione on line oltre all'interessantissimo prodotto SALVAFFITTO , che si compone di : RENT ASSISTANCE Un intero team di legali specializzati in locazioni ti darà supporto quando lo richiederai per: informazioni e risposte chiare sulle normative del settore locazioni; informazioni utili e risposte pratiche su come muoverti in caso di morosità; assistenza totalmente gratuita in caso tu debba intraprendere procedure di sfratto per morosità. RENT WARRANTY Ti assistiamo materialmente nella gestione di qualsiasi controversia con il tuo inquilino. Ti liberiamo da tutte le incombenze burocratiche legate a: componimento bonario delle liti; sfratti per morosità; rilascio degli immobili; incasso di canoni scaduti. HOME ASSISTANCE È un servizio di assistenza abitativa non assicurativo, incluso nel servizio di “Rent Warranty”. Al rilascio dell’immobile, in caso di danni derivanti da mancata buona conduzione dei locali, potrai usufruire dell’intervento di artigiani specializzati convenzionati (idraulici, fabbri, elettricisti…) per le riparazioni necessarie. Il servizio può essere usato come sostituto del deposito cauzionale.

07/04/2020

Che cosa fa un agente immobiliare?

Sicuramente qualche volta vi sarete chiesti cosa fa un agente immobiliare. In genere si pensa che si occupi semplicemente di vendere e affittare case, ma la verità è che fa molte cose fondamentali affinché le negoziazioni tra compratori, venditori, inquilini e affittuari vadano a buon fine e alle migliori condizioni per tutti. Trascorrono molto tempo al telefono Attendono le telefonate per gli annunci e sanno dare a ogni possibile acquirente le informazioni necessarie. Mettiamo il caso che per ogni annuncio arrivino 20 telefonate e che queste chiamate si traducano in 10 visite alla casa. Questo significa avere sempre un certo grado di disponibilità. Ma non solo. Si tengono in contatto con gli altri agenti immobiliari per far sapere quali proprietà hanno in vendita e cercare l’immobile che risponde a precise richieste. Sono alla costante ricerca di potenziali proprietari Trascorrono un paio di ore al giorno nel cercare potenziali proprietari. E dal momento che il flusso dei proprietari nel mondo immobiliare è molto rapido, gli agenti devono rinnovare di continuo le liste condivise. Talvolta il processo di ricerca dei proprietari che soddisfino le richieste dei clienti può essere molto lungo. Analizzano il mercato Gli agenti, poi, analizzano il mercato. Cosa fondamentale per poter definire bene il reale valore di un immobile in vendita o capire se un eventuale acquisto rappresenta una buona scelta. Se l’agente fa parte di un grande network che effettua molte vendite può fare valutazioni più accurate. E spiegare a un cliente come gestire le offerte e come fare eventualmente delle controfferte è molto importante, in quanto permette di accorciare i tempi della trattativa. Fanno un sopralluogo degli immobili Non c’è nulla come il visionare personalmente un immobile, per questo gli agenti immobiliari visitano le case prima di prenderle in esame. Ma non si tratta solo di un controllo di tipo fisico. L’agente immobiliare si preoccupa anche di verificare che non ci siano debiti nascosti o irregolarità che possono creare problemi. Investono nel marketing Oltre a non guadagnare fino a quando la trattativa va a buon fine, gli agenti investono il proprio denaro (e il proprio tempo) nel marketing: immagini fotografiche, video, riviste, pubblicità tradizionale e online, manifesti, volantini. Investono anche nell’home staging affinché l’immobile si presenti al meglio e i tempi di vendita si riducano. Partecipano a corsi di formazione Devono conoscere settori come quello fiscale, legale, economico. Devono sapere migliorare e valorizzare il materiale fotografico e video dell’immobile. Devono conoscere le tecniche di vendita. Per saper fare tutto ciò devono partecipare a corsi di formazione. Aiutano con i finanziamenti Oltre ad assistere gli acquirenti nell’ottenimeto dei migliori mutui, sono pronti a chiarire ogni dubbio relativo ai finanziamenti. Verificano l’intero processo Gli agenti immobiliari sono consapevoli di tutto il processo di compravendita e hanno l’obbligo di verificare che tutto quanto si svolga nei termini di legge. Non tutte le operazioni di compravendita si compiono facilmente e talvolta sorgono delle difficoltà. Un agente immobiliare agirà come sorta di scudo. Mantengono la calma Un buon agente non solo si incarica di aiutare il cliente nell’acquisto o nella vendita dell’immobile, ma fa in modo che l’intero processo si riveli il meno stressante possibile.

07/04/2020

Attestato prestazione energetica: la guida completa

Attestato prestazione energetica: la guida completa Una tra le certificazioni che tutti coloro che posseggono un immobile dovrebbero avere è l'attestato prestazione energetica. La sua importanza è determinata dal fatto che va a determinare non solo la quantità di energia che va a consumare il proprio appartamento o l'energia prevista per soddisfare i bisogni dell'immobile. La legislazione in tale materia è stata rivista alcune volte in seguito al rilascio da parte del Parlamento Europeo ed il Consiglio dell'Unione Europea della direttiva EPBD, Energy Performance for Building Directive, ovvero la 2002/91CE. Il maggiore problema per tutti gli interessati è derivato dal fatto che nel corso degli anni sono state create una serie di definizioni e di regole che hanno reso molto confuso il settore creando notevoli difficoltà a tutti coloro che dovevano mettersi in regola. Come accennato in precedenza, l'APE rappresenta un punto molto importante per il settore immobiliare perché rappresenta un valido mezzo per offrire una maggiore trasparenza riguardo le caratteristiche dell'immobile. Solo in questo modo gli acquirenti e gli inquilini possono avere una precisa idea delle spese energetiche connesse all'appartamento. E' consigliabile quindi fare sempre attenzione che sia indicata la classe energetica e comunque cercare di sceglierne una con il valore più alto in modo da non doversi ritrovare a pagare bollette energetiche molto alte. Questo documento inoltre riesce a definire le possibili problematiche, anche poco visibili, presenti nell'immobile in modo tale che il nuovo proprietario possa agire per tempo e risolvere i problemi prima che questi diventino molto più gravi quindi più onerosi. Quando l'attestato prestazione energetica è richiesto? Cosa si va ad analizzare? Abbiamo visto in precedenza che vi sono una serie di motivi per i quali è conveniente farsi rilasciare il certificato energetico ma per legge non ci si può esimere se l'immobile viene ceduto a titolo oneroso e gratuito, come per esempio la vendita e la donazione, o dato in affitto. E' importante tenere presente che è necessario ottenere l'A.P.E. quando si ristruttura più di un quarto delle opere murarie del proprio edificio oppure alla fine dei lavori delle nuove costruzioni. Ma cosa si analizza quando si effettua il rilascio di questa certificazione? Si vanno a controllare tutti gli elementi che possono essere fonte di un elevato consumo di energia: l'isolamento degli edifici è un elemento che non deve essere preso in scarsa considerazione perché rappresenta una delle principali cause di spreco energetico. Si vanno quindi ad analizzare tutti gli aspetti compresi naturalmente gli infissi che possono rappresentare una grave falla; gli impianti elettrici andando a controllare quanta energia dispositivi come radiatori e stufe vanno a consumare durante il loro normale impegno. E' inoltre per la propria sicurezza importante accertarsi che questi dispositivi funzionino al meglio perché potrebbero essere molto pericolosi; la fonte energetica utilizzata andando a stabilire se viene proviene da rinnovabili, non rinnovabile o la somma delle due; la forma dell'edificio tenendo presente che la geometria della pianta può influire notevolmente sulle prestazioni energetiche; la velocità con la quale i locali dell'appartamento si riscaldano e si raffreddano. Chi crea il certificato energetico e quanto tempo dura? Deputato al rilascio del certificato energetico può essere un professionista oppure una società, non ha molta differenza, purché la figura interessata non abbia un conflitto d'interessi con colui che ha commissionato il lavoro. E' necessario quindi che il professionista non abbia partecipato in nessun modo alla progettazione dell'edificio e non deve essere imparentato con il datore di lavoro. E' necessario che sia laureato, iscritto all'albo professionale e che abbia maturato dell'esperienza nella progettazione non solo degli impianti ma anche degli edifici. Questo particolare lavoro viene effettuato attraverso l'uso di programmi specifici che vanno a calcolare i vari elementi dell'edificio che vanno a Un altro punto importante è la durata della certificazione. Infatti non tutti sanno che la sua validità non supera i dieci anni ma solo se nel frattempo non vengono effettuati dei lavori all'edificio e se vengono eseguiti i controlli periodici previsti dalla legge. Quanto costa una certificazione energetica? Il costo di una certificazione energetica è variabile e può andare dai 150 fino ai 250 euro (costi puramente indicativi) dipende da vari elementi come il comune di residenza ed il tipo di immobile. E' infatti necessario notare come la certificazione energetica di un edificio, vedi uffici e villette a schiera, può variare anche molto. Per risparmiare comunque è consigliabile richiedere vari preventivi ma nello stessso tempo è sempre consigliabile non affidarsi a chi propone prezzi troppo bassi perché un buon lavoro implica un giusto compenso. E' importante inoltre fare attenzione se la parcella è iva inclusa o esclusa.

10/05/2019

I 20 errori più comuni quando si compra casa

Acquistare casa è una delle decisioni più importanti e probabilmente il principale investimento nella vita della maggior parte degli italiani e, ciononostante, si commettono con molta frequenza gli stessi errori. Comprare casa significa fare un grande sforzo economico e a volte, ci si impegna per buona parte della vita. Dopo anni di crisi, il mercato immobiliare sta riprendendo fiato. Negli ultimi anni, infatti, si sta registrando una ripresa delle compravendite e le banche hanno ricominciato ad erogare. Questi fattori, uniti ai tassi dei mutui che continuano la loro discesa, possono rendere questo il momento giusto per avventurarsi nell'acquisto di una casa. Scopri con idealista cosa controllare per evitare errori micidiali: 1. In genere non si fanno bene i conti. In Italia, secondo vari studi internazionali, non abbiamo cultura finanziaria. L'acquisto di una casa è l'investimento più grande per molti italiani, eppure non abbiamo preparazione finanziaria adeguata per affrontarla. 2. Molti dimenticano che al prezzo dell'immobile bisogna aggiungere circa un 10% per le spese. Oltre all'Iva (se la casa è nuova) o l'imposta di registro (se la casa è di seconda mano) ci sono le imposte catastali. Senza dimenticare l'eventuale caparra, che, sebbene si recuperi (non scendiamo qui nei problemi che si creano quando non si recupera), è pur sempre un esborso non di poco conto. 3. Non si fanno i conti sul mutuo, che comporta anche spese e imposte. L'imposta ipotecaria vale in genere il 2% dell'importo del mutuo, senza dimenticare che molte banche vogliono un'assicurazione sul mutuo, che serve per cautelarsi contro i rischi come la perdita del posto di lavoro o il decesso del contraente. È utile, ma costa, e non poco. 4. Imposte e spese extra. L'acquirente dimentica che essere proprietari di una casa significa pagare delle spese condominiali tutti i mesi e altri extra che possono far lievitare notevolmente il prezzo. Le case hanno bisogno di manutenzione, per non parlare delle spese comuni (facciata, antenna, ascensore, ecc.). Nel caso poi di una casa indipendente le spese sono ancora più elevate. 5. Soldi per mobili e imprevisti. Quando si fa (o si dovrebbe fare...) un bilancio preventivo, non si aggiungono le spese per i mobili e non si calcola un fondo extra per gli imprevisti che non hanno direttamente a che vedere con la casa, ma che possono mandare in crisi un bilancio familiare (come la rottura della macchina due mesi dopo aver comprato casa). 6. Non richiedere un rapporto sulla tassazione dell'immobile. Il 99% delle persone che compra casa non si informa in anticipo sulle tasse da pagare. 7. Non fare i conti con l'Euribor nei casi di un'ipoteca a tasso variabile. Se l'Euribor è ai minimi, bisogna farsi i conti anche per quando sarà ai massimi. 8. Chiedere un mutuo con lunghe scadenze. Oltre i 25 anni non conviene comprare: calcolando tutti gli interessi la casa diventa troppo cara. 9. Fare debiti al di sopra del 30% delle proprie entrate. La Banca d'Italia consiglia che la quota del mutuo, sommata al resto dei debiti (la rata della macchina, carta di credito, prestiti personali) non sfori il 35-40% del reddito dei titolari del mutuo. 10. Chiedere garanzie a genitori, amici o parenti. Chi decide di comprare una casa dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Se la situazione si complica trascinerai altre persone nei tuoi problemi. Se in questo momento non puoi permetterti la casa, non comprartela. 11. Spesso chi compra perde il senso di cosa significa caro o economico. Bisogna cercare informazioni statistiche e confrontare i prezzi di mercato. Si possono reperire informazioni in molti modi, dall'agenzia del territorio ai rapporti della banca d'Italia, ma anche attraverso i portali immobiliari. 12. Molti comprano casa pensando che i prezzi aumentino sempre. Le ultime esperienze ci hanno insegnato che le case non aumentano sempre di valore, ma sembra che non tutti lo vogliano capire. 13. Non dare ascolto alle agenzie. In questo momento si può risparmiare attraverso un'agenzia. Negoziare si può e gli agenti lo sanno bene. Per questo possono avere più margine nel far scendere il prezzo e convincere il venditore a sconti sostanziosi. 14. Non negoziare il prezzo fino in fondo. Molti potenziali acquirenti scartano alcuni immobili perché pensano di non poter trattare sul prezzo. Prepararsi a contrattare e avere sempre a disposizione una controfferta, ma sempre dopo essersi fatti i conti. Un altro errore è quello di accettare un prezzo a metà trattatvia per paura di perdere la casa. Se il vostro budget sono 180mila euro, per esempio, non vi muovete da lì. Se non bastano, non è la casa per voi. 15. Lasciarsi trasportare a livello emotivo. A volte comprare casa è una decisione più emotiva che razionale e l'acquisto risulta poi sbagliato. Se vi sentite stanchi o demotivati dopo mesi di ricerca, sarà più facile decidere male. Prendetevi un tempo di riflessione. 16. Pensare che i prezzi non scenderanno e quindi precipitarsi. Non ci sono ancora dati evidenti che parlino di una ripresa dei prezzi generalizzata, ma solo alcuni dati parziali che confermano che certe zone hanno tenuto. Se il centro di Milano o Roma sono aumentati, non è detto che succeda lo stesso in periferia. 17. Speculare sulla casa. La casa dev'essere un bene d'uso. Se la compriamo per viverci è un problema relativo, dato che, per lo meno, risolve il problema dell'abitazione. Ma se la compriamo per speculare e poi le cose vanno male avremo distrutto le nostre finanze per molti anni. 18. Non considerare se vale la pena vivere in affitto. In Italia la cultura della proprietà è molto radicata. Vivere in affitto è invece un'opzione che molti neppure considerano. Fatevi i conti e pensate alle possibilità che dà l'affitto, come una maggiore facilità nel cambiar lavoro e cambiare città. Se la differenza economica tra la proprietà e l'affitto è importante, con i risparmi ci si può fare un fondo pensione. 19. Comprare una casa non è come comprare una macchina. È una decisione che può avere delle ricadute sui prossimi trenta anni, un lasso di tempo in cui può succedere di tutto: nascite, morti, divorzi, opportunità di lavoro in altri stati o in altre città. 20. Non consultare il notaio prima della firma di atti importanti come proposte di acquisto e preliminari di vendita. Per esempio, non tutti sanno che i beni provenienti da donazione sono soggetti all'azione di revoca da parte di eventuali eredi defraudati dei loro diritti. Per questo motivo molte banche non concedono un mutuo per l'acquisto di un immobile proveniente da donazione. In questo come in altri casi il parere di un esperto può prevenire da eventuali brutte sorprese. Fonte Idealista.it

28/11/2018

Immobili: per i notai +10% le compravendite

Nel primo semestre 2018 sono state registrate 443.337 compravendite di immobili di qualsiasi genere, di cui 334.979 compravendite di fabbricati che registrano un aumento del 10,72% rispetto allo scorso anno a fronte di una continua riduzione dei prezzi. Infatti, se già il 2017 aveva fatto segnare un calo del -17% sui valori medi delle vendite di fabbricati (da 147 mila a 126.512 euro), tale calo si accentua di un ulteriore -5% nel primo semestre 2018 (118.356 euro). Accanto ad un aumento pressoché omogeneo di compravendite di fabbricati su tutte le varie fasce di prezzo, il dato più interessante appare l'aumento del +26,73% delle compravendite di valore superiore ai 900.000 euro. Questi i principali dati emersi nel Rapporto Dati Statistici Notarili relativo al primo semestre 2018 relativo alle compravendite di beni mobili e immobili, mutui, donazioni, imprese e società. Si conferma inoltre un maggiore mercato per la vendita di terreni agricoli (57.284) rispetto ai terreni edificabili (13.624) che aumenta del +2,83% nei primi sei mesi del 2018 rispetto all'anno precedente, quasi totalmente concentrato nella prima fascia di prezzo (sotto i 100.000 euro). Sotto il profilo fiscale su 246.539 fabbricati abitativi per 177.212 è stata chiesta l'agevolazione prima casa, confermando il trend secondo cui oltre la metà degli immobili abitativi in Italia viene acquistata con le agevolazioni prima casa. Viene confermata una stasi del settore immobiliare gestito dalle imprese rispetto alle vendite effettuate da privati. Infatti gli immobili abitativi continuano a essere venduti più da privati che da imprese. Nel I semestre 2018 ben il 90,78% dei fabbricati abitativi è stata venduta da privati, mentre le imprese hanno venduto il restante 9,23 % di immobili abitativi. Quanto ai mutui sono state effettuate 193.102 nuove operazioni, con un aumento del 5,92% rispetto allo stesso semestre 2017. Sul fronte degli importi unitari erogati, nonostante si confermi l'assoluta prevalenza dei finanziamenti di importo fino a 150.000 euro, si registra un aumento significativo dell'8-10% dei mutui di importo compreso tra i 200.000 e i 300.000 euro, in passato molto sotto tono. Segno di una probabile ripresa anche degli investimenti medio/alti. Continua il calo delle surroghe che segna un altro -30% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Continua l'aumento delle donazioni: +10% per i beni mobili e + 4,6% per i beni immobili. Stabile la prevalenza delle donazioni di beni produttivi al Nord, mentre al Sud prevalgono le donazioni immobiliari. In generale nel 2018 le costituzioni di nuove società continuano a salire registrando +6,20%: crescono in particolare le società di capitali (+8,7%) e le Associazioni Temporanee d'impresa (+20,7%) mentre diminuiscono le nuove cooperative (-20,6%). Il FOCUS agevolazioni 2016-2017 ha analizzato le agevolazioni fiscali previste per le assegnazioni ai soci, per la piccola proprietà contadina, per la prima casa e il relativo gettito tributario, mettendo a confronto una misura straordinaria e temporanea (le assegnazioni ai soci sono state agevolate solo nel biennio 2016/2017) con le uniche due agevolazioni attualmente a regime (ovvero usufruibili sempre ) dopo il riordino dell'imposta di registro del 2014. L'incidenza della agevolazione della piccola proprietà contadina sul totale delle compravendite di terreno agricolo è stata pari al 22,88% nel 2016 e al 20,84% nel 2017. La maggior parte degli atti agevolati degli agricoltori si localizza in Piemonte, Veneto e Puglia, regioni da sempre a forte tradizione agricola. Le fasce d'età che richiedono maggiormente questa agevolazione si collocano tra i 36/55, anche se non mancano i giovani agricoltori (la fascia 18-35 è il 16,88% del totale) così come anche i soggetti tra i 56 e i 65 anni (18,52%). Quanto alle agevolazioni prima casa, dai dati analizzati risulta che le imposte incassate dall'erario per il tramite dei notai in relazione a detti atti, sono passate da euro 383.274.036 del 2016 a euro 424.411.523 del 2017, generando così un aumento del gettito pari al 10,5%, nonostante via sia stato un calo delle compravendite “prima casa” dal 2016 al 2017 del 4,5%. Conseguenza probabilmente imputabile anche ad un valore catastale maggiore degli immobili acquistati nel corso del 2017 a causa dell'aggiornamento delle rendite catastali, che i Comuni stanno procedendo via via ad effettuare. Le regioni che hanno invece riscontrato un aumento tra i due anni delle compravendite “prima casa” sono la Campania, con un +15% e un aumento di imposta di registro incassata pari al +14,73%, le Marche con un +11,09% e un aumento di imposta di registro incassata pari al +12,16%, la Valle d'Aosta, con un +18,40% e un aumento di imposta di registro incassata pari al +23,12%. Unica regione a mantenere entrambi i dati negativi è l'Abruzzo con un -12,50% e una diminuzione dell'imposta di registro incassata pari al -9,95%. Le abitazioni per le quali sono state richieste maggiormente le agevolazioni prima casa sono le abitazioni di tipo civile, A/2 (il 50% del campione) e le abitazioni di tipo economico, A/3 (il 30%), mentre i villini, A/7, costituiscono solo il 10% del campione.

14/11/2018

Prezzi delle case in aumento nelle perizia dei mutui

MERCATO Prezzi delle case in aumento nelle perizie dei mutui Dalle perizie effettuate per i mutui arrivano segnali positivi sul fronte dei prezzi delle case. Trainate soprattutto dal nuovo, le quotazioni al metro quadrato degli immobili forniti in garanzia nel terzo trimestre 2018, secondo la Bussola Crif-Mutuisupermarket, hanno fatto segnare un aumento pari al +0,8% su base annua. «Questa dinamica positiva – si legge in una nota – è la prima registrata a partire dall’anno 2011. Analizzando il prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia sul periodo 2011/2017 emerge, infatti, una contrazione media dei prezzi degli immobili pari a -22,2%». A livello territoriale gli scostamenti dalla media sono abbastanza significativi: «l’incremento maggiore si registra nel Centro, con un +1,9% rispetto al terzo trimestre 2017, e nel Nord Ovest con un +0,3%, mentre nelle macro aree Nord Est e Sud e Isole si registrano rispettivamente riduzioni del -1,3% e del -1%». Si tratta di un dato che fotografa solo gli immobili per cui è stato chiesto un finanziamento ipotecario (circa il 60% del totale) e che può essere influenzato dal tipo di case acquistate quest’anno rispetto alle transazioni effettuate nel 2018, tuttavia è un segnale incoraggiante. Sia rispetto agli ultimi dati Istat che – pur registrando una variazione positiva su base congiunturale e per le nuove costruzioni – nel secondo trimestre segnavano ancora l’ennesima flessione delle quotazioni. Sia rispetto alla stagnazione mediamente registrata dai principali operatori del settore, anche se con alcuni distinguo in alcune zone delle grandi città e per alcuni segmenti del mercato di pregio. Il tutto in un contesto di crescita delle compravendite che dura ormai da alcuni anni. Il dato delle quotazioni si inserisce in un mercato dei mutui ancora in salute, caratterizzato da tassi che rimangono molto bassi. Per una operazione di mutuo di 140mila euro, durata 20 anni, valore immobile 220mila euro, la media trimestrale dei migliori spread si conferma per mutui a tasso variabile allo 0,7% e per i mutui a tasso fisso a valori molto prossimi allo zero. Anche se le surroghe superano ancora il 33% del totale delle operazioni monitorate sul canale online, i l peso delle erogazioni con finalità acquisto «continua a crescere con continuità da oltre 18 mesi, raggiungendo il 58% del totale erogazioni nel terzo trimestre 2018 contro un 43% del terzo trimestre 2017». Tuttavia «lo scenario incerto che si è consolidato nelle ultime settimane – si legge nella nota – potrebbe indurre privati e famiglie ad adottare un approccio attendista e a posticipare le decisioni relative a un investimento importante come quello sulla casa». «Il pricing dei mutui, nel corso degli ultimi due trimestri stabile a livelli di minimo storico, è risultato quanto mai favorevole per supportare i nuovi progetti di acquisto ma, anche in questo caso, c'è il timore di un ulteriore incremento dei tassi applicati. A questo riguardo – commenta Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it – rileviamo già i primi segnali di rialzo dei tassi per i mutui a tasso fisso, in buona parte correlati a un ritardo di revisione dei tassi finiti di offerta a fronte di aumenti degli indici Irs. La situazione in termini di liquidità del sistema bancario rimane positiva al momento, ma il protrarsi o l'accentuarsi di tensioni sui mercati finanziari interni e internazionali e l'evolversi del dialogo politico in corso a livello europeo, sono elementi correlati che potrebbero a tendere innescare dinamiche di significativo aumento spread sui mutui». «Il mercato residenziale italiano – afferma Stefano Magnolfi, executive director Crif Real Estate Services – sta cercando di intraprendere la strada della ripresa non solo sul fronte del numero di transazioni effettuate ma anche con riferimento ai prezzi, sebbene i rialzi di questi ultimi siano concentrati soprattutto sul segmento del nuovo, sinonimo di una qualità migliore rispetto alle abitazioni usate. Una qualità che oramai è pressoché imprescindibile per le esigenze di una domanda sempre più selettiva, soprattutto in termini di efficientamento energetico. A tal fine gli istituti di credito si stanno progressivamente attrezzando per fornire condizioni più favorevoli, quali tassi di interesse inferiori o un rapporto più elevato fra l'importo del mutuo e il valore dell'immobile (Ltv), a chi acquista immobili poco energivori o chi effettua interventi di efficientamento sull'esistente».

09/11/2018

Condono Imu e Tasi dal 2000 al 2017: l'emendamento della Lega

Estendere il condono fiscale anche alle imposte municipali sulla casa come Ici, Imu e Tasi per gli anni dal 2000 al 2017. E' il contenuto di un emendamento proposto dalla Lega al decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2019. L'emendamento, a firma del senatore leghista Enrico Montani, introduce un articolo al provvedimento sulla sanatoria che riguarderebbe "le entrate, anche tributarie, dei comuni, non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale notificati negli anni dal 2000 al 2017. Secondo la norma voluta dalla Lega "gli enti locali potranno stabilire entro il temine fissato per la deliberazione del bilancio annuale di previsione, con le forme previse dalla legislazione vigente per l'adozione dei propri atti destinati a disciplinare le entrate stesse, l'esclusione delle sanzione relative alle predette entrate". stralcio cartelle fino a 1000 euro Ricordiamo che il decreto fiscale 2019 ha introdotto la cosiddetta “pace fiscale”, che contiene lo stralcio dei debiti fino a 1000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010. Una sanatoria in cui rientrano le cartelle di pagamento Imu, Tasi e Tari. Secondo quanto previsto, “i debiti di importo residuo fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010” verranno annullati automaticamente. Questo significa che non si dovrà presentare alcuna domanda, la cancellazione del debito avverrà in modo automatico entro il 31 dicembre 2018. Fonte www.idealista.it

14/09/2018

Scusi , avete una casa per noi ?

Cosa ti aspetti entrando in un’agenzia immobiliare? Quando si bussa alla porta di una agenzia immobiliare lo scopo è di acquistare o vendere casa, ma cosa bisogna aspettarsi da chi offre il servizio di intermediazione? Chi è l’agente immobiliare più bravo? Da cosa lo misuri? Quali carte deve fornire? Diciamo che la semplice cravatta non è sinonimo biunivoco di professionalità. L’agente immobiliare deve essere una persona speciale per il cliente, non deve cercare di vendere una casa qualsiasi: deve vendere la casa perfetta per un cliente sempre speciale. Senza risalire a colpe storiche, la professione di agente immobiliare è molto delicata, e troppo spesso il cittadino medio sottovaluta e minimizza il ruolo e i compiti dell’agente, proprio perché il lavoro occulto dell’agente non emerge e rimane nascosto: l’agente fa una stima del valore della casa, conduce le trattative per arrivare a definire gli accordi tra le parti, si occupa di diritti e doveri di chi vende e di chi acquista, informa sulla regolarità dell’immobile. Tutto questo maneggiando un bene che vale centinaia di migliaia di Euro: insomma non è proprio uno scherzo, e la casa è una merce delicata. Cosa deve fare un agente immobiliare? Non tutti sanno che esiste una norma europea, recepita anche dall’Italia, la UNI EN 15733 che stabilisce i requisiti specifici dei servizi degli agenti immobiliari: consulenza marketing e pubblicità, perizie di immobili, stesura di contratti, organizzazione delle visite, conduzione dei rapporti fra venditore e acquirente. Tutta la norma è pervasa dai concetti di trasparenza e chiarezza delle informazioni, anche sulla loro eventuale assenza, temporanea o conclusiva. L’agente deve indicare i prezzi di mercato in dipendenza dai parametri di valutazione, comprese le caratteristiche di zona ed eventuali difetti palesi, deve descrivere l’immobile fedelmente, analizzare i titoli di proprietà, reperire informazioni sulla legittimità urbanistica e catastale, fornire documentazione tecnica e relazioni obbligatorie, fornire misurazioni, descrizione dei locali e delle destinazioni d’uso, indicare gli impianti tecnologici e magari il loro stato, fornire a venditore e acquirente informazioni su responsabilità, diritti e doveri, informare sulle proprie strategie di marketing, compresa la collaborazione con altri colleghi, informare su costi immediati e futuri, informare sulla natura dell’accordo in esclusiva, informare sulle procedure di finanziamento. L’agente immobiliare deve di sicuro essere un bravo venditore con grandi doti comunicative e persuasive, ma deve avere anche competenze settoriali che abbracciano molti campi: il mercato immobiliare, la legislazione, la statistica, il marketing immobiliare, materia fiscale e tributaria, competenze tecniche sulle costruzioni riguardo gli aspetti ambientali, energetici, edilizi, progettuali, urbanistici e catastali, mantenendo inoltre un continuo aggiornamento. Come riconoscere un bravo agente immobiliare? E allora chi è l’agente immobiliare più bravo? Il più bravo è forse quello che ha venduto più case nell’ultimo anno? Oppure chi ha fatto più fatturato? O forse quello che collabora con altri colleghi per velocizzare i tempi della vendita? No, il più bravo è quello che… i clienti e gli amici dei clienti lo richiamano. Ogni agente immobiliare vive la sua diversità professionale, la sua esperienza, le sue ansie, il suo stress, la sua soddisfazione nel far contento un cliente. Ogni agente acquisisce incarichi, instaura rapporti personali con i clienti, prepara gli annunci, presenta la casa durante le visite, seguendo un proprio collaudato e naturale metodo. Ma l’agente immobiliare ha di sicuro un problema enorme: deve condurre proprietari e acquirenti davanti a un Notaio con un immobile vendibile. L’agente immobiliare viene pagato al preliminare o al rogito! E come se non bastasse l’agente ha un problema ancora più grande: i ricavi arrivano al momento del preliminare o del rogito. È un problema irrisolvibile, ma oggi c’è chi questo problema lo condivide, almeno! SAFE HOME coniuga intermediazione immobiliare e servizi tecnici in partnership: tutelare il cittadino e valorizzare la professione dell’agente immobiliare, evidenziandone le attività e le competenze distintive. Una originale e pratica sinergia che consente all’agente immobiliare di offrire ai propri clienti un servizio esclusivo senza grandi costi immediati: con 25 € l’agente ha APE, visura storica catastale, planimetria catastale, visura ipotecaria, sopralluogo tecnico, report urbanistico con descrizioni e fotografie con rilevazione delle difformità, indicazione dei documenti da reperire e delle pratiche edilizie e catastali da intraprendere, la ricostruzione 3D dell’immobile, render 3D e planimetrie spettacolari per la pubblicità, spazio Web dedicato all’agenzia per gli annunci delle case lavorate secondo il metodo Safe Home. SAFE HOME non è un prodotto ordinario: Safe Home è il metodo corretto creato per gli agenti immobiliari per tutelare proprietari e acquirenti. L’etichetta SAFE HOME nasce come garanzia di trasparenza di vendibilità di un immobile: dal momento dell’acquisizione le agenzie che usano il metodo SAFE HOME assicurano che l’immobile è supervisionato, ricostruito, analizzato affinchè al rogito si arrivi senza sorprese. La casa subisce da subito uno screening capillare di conformità urbanistica e catastale con l’ausilio di una tecnologia avanzata per allestire la vendibilità garantita della casa. Proprietari e acquirenti sono tutelati davvero, e informati! Non che i proprietari non pronunceranno più frasi del tipo: “ma la casa è stata sempre così, va beh, per un muretto in balcone, e che sarà mai che una finestra è spostata rispetto al progetto, ho solo scambiato il bagno con la cucina”: però avranno subito la consapevolezza che un problema tecnico c’è, e lo sapranno all’inizio dell’iter, senza aspettare l’ultimo momento, magari dopo aver già fissato il rogito, come purtroppo accade troppe volte. fonte https://news.wikicasa.it/scusi-avete-una-casa-per-me/

20/03/2018

Come capire il valore di una casa

Come capire il reale valore dell’appartamento ? Per chi non lavora nel settore immobiliare non è così semplice avere un’idea corretta del reale valore di un immobile. Sicuramente una buona prassi è informarsi sui prezzi medi al mq nella zona in cui si trova la casa che vuoi acquistare, fare tanta ricerca su internet, vedere gli altri annunci e valutare lo stato di appartamenti con caratteristiche simili. Poi ovviamente ci sono delle caratteristiche che fanno variare il prezzo, come ad esempio l’esposizione al sole, il piano, lo stato del palazzo, la presenza o meno di ascensore, il riscaldamento autonomo… Ma vediamo quali sono gli aspetti che possono far aumentare o diminuire il prezzo dell’appartamento: Piano attico + 20% Abitazione con più bagni +5% Riscaldamento autonomo +5% Piano seminterrato - 30% Piano terra - 20% Piano terra con giardino - 15% Piano 2° senza ascensore -5% Dal terzo piano in poi senza ascensore - 10% per ogni piano Assenza di riscaldamento -5% Impianto elettrico non conforme -5% Condizione dell’appartamento Una visita approfondita della casa può essere un buon punto di partenza. Ovviamente se avessi il sospetto che ci possa essere qualcosa che non va, prendi appuntamento con dei tecnici per controllare la casa prima dell’acquisto: se vedi grosse crepe devi accertarti che non ci siano problemi di stabilità, oppure se l’impianto elettrico è vecchio potrebbe aver perso la capacità di isolamento e dunque potresti doverlo rifare. Controlla pavimenti, maioliche, infissi, lo stato di porte e finestre. Se ci sono piastrelle danneggiate o rotte ad esempio, nella maggior parte dei casi non troverai la singola mattonella da sostituire, e dovresti quindi considerare di cambiarle tutte. Questo può essere un buon argomento per abbassare il prezzo! Zona La casa non è un elemento isolato, ma è immersa nel territorio circostante, informati dunque sui servizi che ci sono nella zona: se è ben collegata con i mezzi pubblici, se hai l’auto (e non è incluso un posto auto nella proprietà) se puoi avere problemi nel parcheggiare, se ci sono aree verdi o scuole… magari adesso non hai figli, ma non si sa mai! Purtroppo ci sono aree abitative che sono vere e proprie cattedrali nel deserto, costruite senza gli adeguati servizi accessori. Per fare un esempio incredibile, fino a qualche anno fa esistevano zone appena fuori dalla capitale in cui non era possibile avere un collegamento internet! Informati anche se la zona è considerata sicura o se avrai necessità di installare impianti antifurto. Adesso sai cosa chiedere quando vedi una casa! Usa queste informazioni per scegliere con attenzione l’immobile da acquistare e usale per trattare sul prezzo: tieni presente che il prezzo che vedi sugli annunci è il prezzo che propone il venditore, quindi tenderà a essere un prezzo al rialzo, tratta sempre sul prezzo e avvicinati al reale valore dell’immobile, senza aver fretta o aver paura di perdere un’occasione. Gli immobili in vendita sono tanti e sicuramente, con una ricerca paziente e accurata, troverai quello giusto per te. E una volta trovato, e accertatoti che vi siano tutti i documenti necessari, procedi pure a fare la tua proposta.

19/03/2018

Agevolazioni prima casa

Fonte Agenzia Entrate :Si tratta di una serie di agevolazioni fiscali finalizzate a favorire l’acquisto di immobili da destinare ad abitazione principale. Per esempio, con i benefici “prima casa” sono ridotte sia l’imposta di registro, se si acquista da un privato, sia l’Iva, se si acquista da un’impresa. Inoltre non sono dovuti imposta di bollo, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie sugli atti assoggettati all’imposta di registro e quelli necessari per effettuare gli adempimenti presso il catasto e i registri immobiliari. A chi interessano Queste agevolazioni interessano chi acquista un’abitazione principale e, in generale, si applicano quando: il fabbricato che si acquista appartiene a determinate categorie catastali: A/2 (abitazioni di tipo civile); A/3 (abitazioni di tipo economico); A/4 (abitazioni di tipo popolare); A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare); A/6 (abitazioni di tipo rurale); A/7 (abitazioni in villini); A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Le agevolazioni prima casa non sono ammesse, invece, per l’acquisto di un’abitazione appartenente alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici). il fabbricato si trova nel comune in cui l’acquirente ha (o intende stabilire) la residenza o lavora; l’acquirente rispetta determinati requisiti (non essere titolare di un altro immobile nello stesso comune e non essere titolare su tutto il territorio nazionale di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su un altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa). Dal 1° gennaio 2016, i benefici fiscali sono riconosciuti anche all’acquirente già proprietario di un immobile acquistato con le agevolazioni, a condizione che la casa già posseduta sia venduta entro un anno dal nuovo acquisto. Quali vantaggi Se il venditore è un privato o un’impresa che vende in esenzione Iva, le imposte da versare con i benefici “prima casa” sono: imposta di registro proporzionale nella misura del 2% (con un m inimo di almeno 1.000 euro)(invece che 9%); imposta ipotecaria fissa di 50 euro; imposta catastale fissa di 50 euro. Se, invece, si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, le imposte da versare con i benefici “prima casa” sono: Iva ridotta al 4% (invece che 10%), imposta di registro fissa di 200 euro; imposta ipotecaria fissa di 200 euro; imposta catastale fissa di 200 euro. ''Esempio pratico : se un privato acquista da un altro privato una casa dal valore fiscale di 50.000 Euro (il valore fiscale prima casa è dato dalla rendita catastale moltiplicata per 115,50) invece di pagare 4.950 euro ne pagherà 1.000 con un risparmio di 3.950 euro . '' Da tenere presente e di fondamentale importanza sapere che in caso di accensione di un mutuo l'imposta sostitutiva (che la banca trattiene dall'importo richiesto per versarla allo stato) invece di essere al 2% sull'erogato del mutuo si riduce allo 0,25% . ''Esempio pratico su un mutuo di 100.000 € invece di essere 2.000 euro l'imposta si riduce a 175 euro con un risparmio di 1.750 Euro .''

14/12/2017

Le Clementine di Corigliano sulla tavola di Papa Francesco

Nuova iniziativa di “Adottaunclementino”. E la Segreteria di Stato ringrazia

 

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Dopo Lino Banfi, Gianni Morandi, oltre a centinaia di comuni cittadini d’ogni località italiana nonché dell’estero, l’iniziativa socioculturale “Adottaunclementino”, protesa a valorizzare adeguatamente il prelibato e succoso frutto della Sibaritide e ideata dall’imprenditore agrumicolo Aldo Salatino, registra un ulteriore ‘colpo’ messo a segno nelle ultime ore. Si tratta della simbolica ‘adozione’, con tanto di apposito certificato, consegnata a Sua Santità Papa Francescopresso la sua residenza privata di Santa Marta. Un dono assai gradito, tant’è che non si è fatta attendere la lettera di ringraziamento per le clementine ricevute da parte della Segreteria di Stato, a nome dunque del Sommo Pontefice, con in allegato una immagine dello stesso Bergoglio. Una brillante e generosa iniziativa, che in realtà si aggiunge alle analoghe già realizzate da Aldo Salatino nei precedenti anni in concomitanza con le festività natalizie; non è infatti la prima volta che Papa Francesco riceve le Clementine di Corigliano Calabro, che impreziosiscono così le tavole del Vaticanoe rendono onore a quest’autentica eccellenza del territorio.

Biglietto Segreteria di Stato
Si aggiunge così un’altra splendida pagina all’idea innovativa e originale “Adottaunclementino” che permette a chiunque di ricevere al proprio domicilio, alla modica spesa di cinquanta euro e senza alcun costo aggiuntivo, circa trenta chilogrammi di clementine, adottando una pianta del frutto profumato e dalle tante proprietà e seguendone passo dopo passo, attraverso lo strumento della geolocalizzazione, il percorso di maturazione. Iniziativa che, oltre a consentire anche a coloro che risiedono a migliaia di chilometri di distanza di vedersi consegnate le clementine, tutte al naturale e prive di alcun trattamento, contribuisce fattivamente ad una giusta causa: per ogni adozione viene infatti devoluta una piccola parte all’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

Immagine Papa

05/12/2017

Pagamento Imu e Tasi 2017

Oramai manca poco: il 18 dicembre è l'ultimo giorno utile per il pagamento della seconda rata dell'Imu e della Tasi per il 2017. Per i proprietari che devono effettuare il versamento ecco dieci cose da sapere sulle imposte sulla casa.

  1. Anche per quest'anno a pagare saranno i proprietari di prime case di lusso o di immobili diversi dall'abitazione principale.Non tutte le abitazioni di lusso dovranno pagare: le villette racchiuse nelle categorie A7 sono "graziate". Per questo si ringrazia il catasto e la mancata riforma.
  2.  Per il saldo di dicembre si utilizeranno le nuove aliquote approvate dai comuni e pubblicate sul sito del Mef.
  3. Chi ha pagato la prima rata con le aliquote del 2016, per il saldo di dicembre dovràversare l'importo che si ottiene sottraendo alla somma ottenuta con le nuove aliquote quando già pagato a giugno.
  4. I proprietari di immobili inagibili, inabitali o dimore storiche hanno diritto a una riduzione del 50% sulla base imponibile di Imu e Tasi. Agli immobili locati a canone concordato si applica una riduzione dell'imposta del 25%. Si applica una riduzione del 50% per le abitazioni principali non di lusso concesse in comodato d'uso gratuitotra genitori e figli.
  5. Gli inquilini hanno diritto a l'esenzione dell'imposta se utilizzano la casa come abitazione principale. Nessuna esenzione per i proprietari che dovranno pagare una quota compresa tra il 70 e il 90%.
  6. I proprietari di abitazione principale che non vi hanno trasferito la residenza - anche per ragioni imputabili a cause di forza maggiore- dovranno pagare Imu e Tasi con le aliquote della seconda casa.
  7. Se un immobile è posseduto da due proprietari entrambi sono tenuti a pagare la propria quota di possesso. Se uno dei due non paga, il secondo è chiamato a pagare anche per il primo. Si chiama responsabilità in solido al pagamento.
  8. Se due coniugi possiedono la residenza in due comuni diversi, entrambe le abitazioni dove risiedono sono considerate come principali, e quindi esenti, ai fini Imu e Tasi. Ciò non avviene se le case si trovano nello stesso comune.
  9. Il calcolo di Imu e Tasi si complica se nel corso del 2016 ci sono state variazioni sul possesso o è cambiata la destinazione d'uso. Si ricorda che qualsiasi variazione deve essere stata segnalata nella dichiarazione IMU e Tasi da presentare entro il 30 giugno 2017.

19/07/2017

Sospensione mutuo per un anno ?

Tra marzo 2015 e maggio 2017, sono state già 14.163 le famiglie che hanno potuto sospendere per 12 mesi la quota capitale del proprio mutuo, per un controvalore complessivo di 412 milioni di euro. Ciò in virtù di quanto previsto dal nuovo Regolamento del Fondo di Solidarietà mutui prima casa che permette la sospensione del prestito in presenza di determinate condizioni.

Sospensione mutuo prima casa 2017

Dal 1º gennaio e fino al 31 dicembre 2017 è possibile richiedere la sospensione della sola quota capitale della rata, fino a un massimo di 12 mesi per i finanziamenti di durata superiore a 24 mesi. A poter richiedere la sospensione sono le famiglie che si trovano in difficoltà economiche in seguito a uno dei seguenti eventi, se avvenuti nei due anni precedenti alla presentazione della richiesta.

  • perdita del posto di lavoro a tempo determinato o indeterminato o dei rapporti lavorativi di cui all'art 409 del cpc
  • decesso
  • handicap grave o condizione di non autosufficienza
  • sospensione o riduzione dell'oraio di lavoro un periodo di almeno 30 giorni anche in attesa dell'emanazione di provvedimenti di autorizzazione di cassa integrazione in deroga o straordinaria, ed in generale dei c.d ammortizzatori sociali in deroga etc.

Sospensione mutuo per un anno requisiti

Potranno richiedere la sospensione i proprietari di un immobile adibito ad abitazione principale e titolari di un mutuo non superiore a 250.000 euro e in possesso di un ISEE non superiore a 30mila euro. Il mutuo deve essere in essere da almeno un anno e in caso di ritardo nel pagamento questo non deve essere superiore a 90 giorni.

Domanda sospensione mutuo per un anno

Il mutuatario che vuole richiedere la sospensione del mutuo dovrà presentare la domanda con apposito modulo allegando anche l'apposita documentazione. La banca, una volta ricevuta la domanda e verificato il possesso dei requisiti, inoltra per via telematica, entro 10 giorni lavorativi, la domanda alla Consap, la quale, a sua volta, entro 15 giorni lavorativi comunica alla banca l'accettazione o meno dell'istanza dell'istanza di sospensione. La Banca a sua volta informa il richiedente dell'esito della domanda, motivando in caso di rifiuto il rigetto della stessa. 

 

19/07/2017

Certificato stabilità obbligatorio

Il crollo della palazzina di Torre Annunziata è stata una tragedia di fronte alla quale non si è potuti rimanere in silenzio. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha annunciato che per gli edifici sarà obbligatorio il certificato di stabilità. “Com’è obbligatoria la certificazione energetica degli immobili, nei futuri contratti d’affitto e di compravendita lo sarà anche la certificazione statica”, ha affermato. Parole che hanno incontrato il favore di architetti e ingegneri.

La novità dovrebbe essere introdotta nella prossima legge di Stabilità, che sarà in vigore dal 2018. In particolare, il ministro delle Infrastrutture ha spiegato: “In Italia manca una classificazione ufficiale degli edifici. Abbiamo tuttavia introdotto l’obbligo della certificazione energetica e ora pensiamo di proseguire su questa strada anche per la sicurezza statica. L’idea è quella di inserire nei contratti d’affitto e di compravendita la clausola della certificazione statica obbligatoria, al pari della certificazione energetica”.

Le parole di Delrio sono state accolte positivamente da ingegneri e architetti. Con una nota è stato fatto sapere che il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, plaude all’annuncio del ministro Delrio, ma torna a chiedere con forza l’istituzione del fascicolo del fabbricato.

In un comunicato diffuso dal Consiglio nazionale degli ingegneri si legge: “A seguito del drammatico crollo della palazzina di Torre Annunziata avvenuto nei giorni scorsi, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha annunciato che per gli edifici sarà obbligatorio il certificato di stabilità, un po’ come avviane attualmente con la certificazione energetica degli immobili. Sul tema dei costi della certificazione Delrio ha sottolineato come tramite il Sisma Bonus essi saranno detraibili all’85%.

Armando Zambrano, presidente del Cni, ha così replicato alle dichiarazioni del ministro: ‘L’annuncio dell’introduzione del certificato di stabilità è una cosa opportuna da parte del Governo. Il Sisma Bonus, in questo senso, è un bel passo in avanti, anche se sono necessarie delle modifiche normative per renderlo meglio attuabile. Va detto, però, che non possiamo aspettare che siano i condomini e i proprietari di immobili ad avviare determinate procedure. Bisogna far sì che si abbia una conoscenza più ampia dello stato degli immobili, in modo da poter stabilire se e come è necessario intervenire per garantirne la sicurezza’.

‘Da anni – prosegue Zambrano – come Consiglio Nazionale degli Ingegneri e come Rete Professioni Tecniche chiediamo l’istituzione del fascicolo del fabbricato. Riteniamo, infatti, che sia uno strumento determinante per conoscere le criticità di un edificio. Cominciano a rendersene conto anche gli organi di informazione che da un po’ di tempo lo indicano come una determinante fonte di conoscenza dello stato delle nostre case. Purtroppo, però, in questi anni determinate lobby, soprattutto quelle dei proprietari immobiliari, avanzando motivazioni a volte piuttosto fantasiose hanno lavorato per evitarne l’introduzione, facilitati dall’indifferenza colpevole della politica’.

‘In Italia – conclude Zambrano – abbiamo circa 20 milioni di edifici costruiti prima che venisse introdotta la normativa sul rischio sismico che ha imposto regole più stringenti nel settore delle costruzioni. In questo senso, dopo l’iniziativa di Delrio, ci aspettiamo un ulteriore sforzo dal mondo della politica, anche nella direzione dell’introduzione del fascicolo del fabbricato’”.

Favorevoli all’istituzione del certificato di stabilità per gli edifici anche gli architetti. Per il Consiglio nazionale degli architetti “si tratterebbe di una documentazione ‘minimale’ che consentirebbe di conoscere le condizioni di vulnerabilità degli edifici per avere un quadro realistico dello stato del patrimonio edilizio del nostro Paese, anticipando l’istituzione dell’auspicato fascicolo del fabbricato – una sorta di ‘cartella clinica’ – contro il quale, anche in queste ore, si levano interessate voci di dissenso”. E ancora: “Non c’è dubbio che lo sterminato patrimonio edilizio italiano vada messo in sicurezza considerando che fortunatamente si è arrestato il processo di espansione. Può essere l’occasione non solo per raggiungere dei necessari standard di stabilità per ogni immobile, ma anche per rimettere in moto in maniera virtuosa l’edilizia, colpita, più di tutte, dalla crisi economica”.

31/05/2017

Investire per i figli: la casa resta un bene prezioso

Non tramonta il sentimento d’amore degli italiani nei confronti della casa e a dimostrarlo ci sono i risultati dell’ultimo sondaggio di uno dei maggiori portali immobiliari  che ha chiesto a un campione di 10mila utenti in che cosa investirebbero se potessero lasciare qualcosa ai figli.

Per metà degli italiani la casa è la risposta

Il 51,7% dei rispondenti ha dichiarato che, fra le opzioni suggerite, quello in cui investirebbero per i propri eredi è un immobile. Questo vuol dire che oltre metà degli italiani vede ancora la casa come il bene più prezioso da tramandare, ma indica anche che per l’altra parte di chi ha risposto non è così. Se l’amore per gli immobili non sembra tramontare, di certo il sentimento sta cominciando a scricchiolare se consideriamo che alla stessa domanda, in un sondaggio del 2006, ben il 60% dei rispondenti aveva indicato la casa. In fondo erano anni, quelli precedenti alla crisi, in cui i prezzi degli immobili continuavano a crescere, la domanda rimaneva costantemente a livelli sostenuti e la casa era davvero il bene rifugio per eccellenza.

Guardando al dettaglio di chi acquisterebbe una casa per i figli, non si sono riscontrate grandi differenze fra le diverse fasce d’età o le diverse regioni di residenza. Le uniche percentuali più elevate, seppur di poco, di chi comprerebbe un immobile sono quelle rilevate fra chi vive al Sud (54,38%) e fra chi ha più di 60 anni (58,23%).

La casa è l’unico bene durevole, soprattutto dove viviamo

Chi ha risposto al sondaggio dichiarando che ciò che lascerebbe ai figli è una casa, ha detto di pensarla in questo modo in quanto l’immobile è l’unico bene durevole da poter tramandare (41,65%). Oltre il 29%, invece, non ha fiducia nel futuro dei giovani e comprerebbe una casa per loro convinto del fatto che da grandi non saranno in grado di farlo da soli. Per il 18% la ragione va ricercata nella concezione dell’affitto come uno “spreco di soldi” che vorrebbero risparmiare ai loro figli, soprattutto se guardiamo alle regioni del Sud, dove questa percentuale è arrivata al 21%. Ciò indica che nel Meridione la locazione non è ancora concepita come alternativa alla vendita, nonostante i trend positivi del settore, ma è considerata un vero e proprio ripiego.

Si parla tanto di fuga di cervelli, eppure oltre il 60% dei genitori investirebbe in un immobile nella propria città. Solo il 19,2% guarderebbe al mercato delle grandi città italiane, poco più del 13% investirebbe in località di villeggiatura e appena il 6% farebbe un investimento all’estero.

Se non la casa…cosa?

Chi non ha espresso la sua preferenza verso la casa come bene in cui investire per i figli, ha distribuito le risposte in maniera abbastanza equa fra le altre soluzioni proposte nel sondaggio. Oltre il 16% partirebbe con un’attività di business che sia redditizia da tramandare, poco più dell’11% sceglierebbe una polizza vita, quasi il 15% investirebbe in fondi e prodotti finanziari e solo il 5,6% comprerebbe oro e diamanti. La ragione più ricorrente per cui non si è scelta la casa è quella di considerarla come un bene troppo costoso da mantenere, risposta indicata dal 43% del campione. Oltre il 30% non investirebbe in immobili perché incerto sul futuro dei propri figli e sulla città in cui vivranno. Solo il 9% ha detto di non potersi permettere una casa, mentre quasi il 3% è ancora più previdente ed eviterebbe di comprarne una per paura che il futuro partner del figlio, in caso di divorzio, possa tenersi l’immobile.

30/05/2017

Agenzia delle Entrate e Abi: rapporto sul mattone

L’Agenzia delle Entrate e l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, hanno presentato il loro rapporto annuale sul mercato delle abitazioni nel 2016. Il quadro complessivo che emerge dallo studio è quello di un settore che sta meglio e che registra ancora numeri in ripresa rispetto agli anni bui della crisi economica.

Le compravendite

Nel Rapporto Immobiliare 2017, questo il nome dello studio, emerge in primis come le compravendite stiano continuando a segnare degli aumenti, passando a 533.741 unità vendute, cifra che segna un incremento del 18,9% in confronto al 2015. Cresce anche la superficie media degli immobili oggetto di compravendite: si passa da 105,2 a 106,6 metri quadrati. Nel complesso si parla di un valore di scambio pari a 89 miliardi di euro, totale aumentato del 17,4% rispetto al 2015. In parallelo al mercato delle abitazione segna un incremento del 19% anche quello delle pertinenze, soprattutto nelle regioni del Nord.

Guardando agli spaccati regionali dello studio, si evince come sia la Lombardia l’area dove si registrano le performance migliori, con un aumento delle compravendite del 21,4% rispetto al 2015: da sola questa regione rappresenta un quinto di tutto il mercato italiano. Seguono le buone performance del Veneto (+23,1%), della Toscana (+20%), dell’Emilia Romagna e del Piemonte (+22,8%). Nel Lazio l’aumento è più contenuto e il numero delle compravendite sale del 13,2% per un totale di 55mila abitazioni scambiate, il 10% di tutto il mercato nazionale. Nessuna regione ha segnato decrescita, ma se si guarda a quelle che registrano il minor incremento delle compravendite, si notano i timidi +7,8% del Molise e +10,8% della Calabria: in queste due regioni la crescita è stata inferiore rispetto a quella rilevata nel 2015.

La situazione dei mutui ipotecari

Cresce il numero delle transazioni effettuate tramite un mutuo ipotecario: si è registrato un +27,3% rispetto al 2015. L’area con la più alta concentrazione di compravendite di questo tipo è il Nord-Ovest, dove le transazioni mediante mutuo rappresentano il 36,7% del totale. La cifra media erogata per l’acquisto di una casa è di 120mila euro, valore che si alza a 153mila euro nei capoluoghi delle regioni centrali. Nel 2016 il tasso di interesse medio dei mutui è sceso ancora dello 0,44%, arrivando al 2,31% a livello nazionale, per arrivare al record di 2,56% nelle regioni meridionali. Rimane stabile la durata media del mutuo, pari a 22,5 anni. Si abbassa la rata media corrisposta ogni mese che è passata da 592 euro a 570.

Locazioni e indice di affordability

Come evidenziato anche in un recente studio di Immobiliare.it sul mercato delle locazioni, l’interesse verso questo tipo di contratto è in crescita, tanto che nel 2016 sono stati sottoscritti più accordi del 2015 (+1,3%). La superficie media degli immobili locati è pari a 92 metri quadrati, per un prezzo medio di 60,7 euro al metro quadro (+0,3%). Più del 50% dei contratti è di lungo periodo e di tipo ordinario; un quarto degli affitti è stipulato con contratti agevolati di oltre tre anni; il 17% ha un contratto di tipo transitorio, mentre è inferiore al 3% il peso dei contratti agevolati con studenti.

All’interno dello studio l’Abi, sulla scia di quanto si fa solitamente nei Paesi anglosassoni, ha calcolato anche l’indice di affordability, vale a dire una sintesi fra reddito disponibile, andamento del mercato, prezzi delle case e tassi di interesse dei mutui. Nel secondo semestre dell’anno la possibilità delle famiglie italiane di effettuare un acquisto immobiliare ha toccato i massimi storici.

25/05/2017

Come scegliere un mutuo: cinque consigli per risparmiare

Chi vuole accendere un mutuo per l'acquisto di una casa deve considerare diversi fattori per assicurasi il finanziamento migliore e risparmiare sulla rata. Vediamo cinque consigli del sito Facile.it per assicurarsi il prestito più conveniente.

  1. Attenzione allo spread: più basso è lo spread, migliore sarà il tasso di interesse:  lo spread è il costo effettivo che ogni banca richiede ai clienti per la concessione di un mutuo. Più basso sarà lo spread applicato dalla banca, minori sarannno gli interessi. Il tasso di interesse è uguale al valore dello spread + indice di riferimento scelto, Euribor nel caso di tasso variabile e Eurirs (o Irs) per i tassi fissi.
  2. Il TAEG ti dice il costo reale del mutuo - Il costo finale del mutuo non è dato solo dal tasso di interesse, ma anche da tutte le spese accessorie. Per questo il parametro di riferimento è il TAEG: rappresenta il Tasso Annuo Effettivo Globale e indica il costo del finanziamento comprensivo di tutte le spese accessorie, di perizia e d'istruttoria. Bisogna inoltre accertarsi che il tasso proposto dalla banca non sia semplicemente un tasso di ingresso, ma che rimanga stabile per tutta la durata del finanziamento
  3. Le trappole del tasso misto - Se non si è convienti del tipo di tasso da scegliere, se fisso o variabile, a volte si preferisce optare per una soluzione intermedia, che pero' non è sempre la migliore. Le opzioni intermedie sono essenzialmente due: mutuo variabile con Cap (tasso variabile con un tetto massimo) o mutuo a tasso misto (che permette di cambiare dal fisso al variabile e viceversa).
  4. Risparmia con le agevolazioni prima casa - Chi acquista una prima casa con l'aiuto di un mutuo ha diritto a delle detrazioni. Tra questi una detrazione irpef del 19% sugli interessi passivi del mutuo e calcolata su un importo massimo di 4mila euro.
  5. Non richiedere altri finanziamenti prima del mutuo - Aver richiesto un finanziamento prima di accendere un mutuo puo' essere penalizzante. La banca infatti valuta la situazione reddituale di ogni richiedente per assicurarsi che il cliente sia in grado di sostenere l'impegno economico richiesto. In particolare l'istituto di credito verifica che gli impegni finanziari presi dal cliente non superino il 30-35% del suo reddito mensile; non prende in considerazione i redditi percepiti non ufficiali, come i canoni di locazione non registrati e i contratti di lavoro atipici.

20/05/2017

IMU e TASI 2017 Comodato gratuito

Imu e Tasi 2017 comodato d'uso: tutte le informazioni utili per la riduzione 

E' cominciato il conto alla rovescia per il pagamento della prima rata di giugno di Imu e Tasi 2017. Quest'anno per il versamento delle imposte sulla casa valgono le stesse regole stabilite dalla legge di stabilità 2016. Tra queste c'è la riduzione della base imponibile del 50% per le case concesse in comodato d'uso gratuito. Sempre e quando si rispettino determinate condizioni

Riduzione Imu comodato condizioni

La legge di Stabilità 2016 e la circolare n.1/DF del 17 febbraio 2016 , hanno definito i requisiti e i campi di applicazione della riduzione del 50% della base imponibile di Imu e Tasi.

  • può essere utilizzato dai proprietari di un solo imobile oppure di 2 immobili nello stesso comune uno dei quali deve essere necessariamente adibito ad abitazione principale. L'immobile o i due immobili devono essere ubicati nello stesso comune dove il proprietario ha la residenza e la dimora abituale.
  • per "immobile" è inteso un immobile ad uso abitativo
  • si considerano anche le pertinenze secondo i limiti previsti per l'abitazione principale (massimo tre pertinenze, una per ogni categoria catastale c2, c6 e c7)
  • il possesso di un'altra tipologia, come un terreno agricolo, un'area edificabile o un capannone non esclude la possibilità di usufruire della riduzione del 50%, purché gli immobili ad uso abitativo siano massimo 2, situati entrambi nel comune di residenza del proprietario e uno risulti essere la sua abitazione principale.
  • la riduzione si applica anche agli immobili storici, quindi nel caso di un immobile storico dato in comodato d'uso gratuito la base imponibile sarebbe ridotta al 25%.
  • il comodato si applica solo tra figli e genitori, non è valido tra parenti al di là del primo grado
  • Sono esclusi i comodati per le abitazioni di lusso (categorie catastali a1, a 8 e a9)
  • per beneficiare della riduzione della base imponibile, il propietario deve attestare il possesso dei requisiti al comune tramite apposita dichiarazione
  • il contratto di comodato deve essere necessariamente registato presso l'Agenzia delle Entrate. Non vale nessuna scrittura privata. Per ottenere l'agevolazione non vale la data della registrazione, ma la data della stipula dello stesso.

Tasi comodato gratuito 2017

Come specificato dal Mef, poiché la base imponibile della Tasi è la stessa dell'Imu, la riduzione vale anche ai fini Tasi. Per quanto riguarda la Tasi, il proprietario verserà l'imposta con riduzioe del 50% in base alla quota di ripartizione prevista dal Comune (dal 70% al 90%) mentre il comodatario con pagherà la Tasi perché per lui l'immobile è abitazione principale.

16/05/2017

Nuovo iter per il certificato di Agibilità

Addio al certificato di agibilità

I Comuni italiani dovranno seguire il nuovo iter della segnalazione certificata di agibilità
 
 
condominio palazzo costruzione
di Lucia Izzo
 
La semplificazione tramite l'introduzione di una sola modulistica "standard" valida per l'intero territorio nazionale riguarderà Scia, Cila ed anche l'agibilità. Per le Regioni c'è tempo fino al prossimo 20 giugno per decidere se mantenere la modulistica oppure apportarvi modifiche, ma, in ogni caso, l'adeguamento dovrà avvenire entro il prossimo 30 giugno.
 
 
 
 
Per quanto riguarda il certificato di agibilità, questo verrà sostituito dalla segnalazione certificata per l'agibilità, come previsto dal d.lgs. n. 222/2016. La regolamentazione precedente imponeva che, dopo aver presentato la necessaria documentazione (impiantistica, strutturale e catastale), sull'agibilità dell'immobile dovesse pronunciarsi il Comune rilasciando un apposito attestato.
 
Il Comune avrebbe verificato la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti nonché la conformità dell'opera al progetto presentato.

La segnalazione certificata per l'agibilità

A seguito delle novità introdotte dalla legge, sarà direttamente il professionista abilitato ad "autodichiarare" l'agibilità, la sussistenza delle condizioni e la conformità tramite un modulo standard che i Comuni italiani saranno tenuti ad adottare per rispondere agli scopi di accelerazione e semplificazione del menzionato decreto "Scia 2".
 
 
 
 
Tale soggetto potrà essere colui al quale è stato rilasciato il permesso di costruire o che ha presentato la Scia (società o persona fisica), oppure il direttore dei lavori (ingegnere, geometra o architetto) o comunque un professionista stato incaricato di verificare la sussistenza delle condizioni di agibilità dell'immobile.
 
La segnalazione certificata di agibilità dovrà essere presentata entro 15 giorni dalla comunicazione di fine lavori e corredata da tutta la documentazione impiantistica, strutturale e catastale inerente l'immobile. L'obbligato a presentare la segnalazione che non rispetta l'iter procedimentale rischia sanzioni amministrative tra i 77 a 464 euro.
 
Nessun cambiamento per quanto riguarda le tipologie di intervento per cui è richiesta l'agibilità ossia le nuove costruzioni, gli interventi di ricostruzione o sopraelevazione (totali o parziali), quelli su edifici esistenti che possono influire sulle condizioni di sicurezza, salubrità e sui consumi energetici legati all'edificio o agli impianti presenti.
 
La segnalazione potrà inoltre riguardare anche l'agibilità parziale degli edifici singoli, oppure parti della costruzione funzionalmente autonome oppure singole unità immobiliari

La documentazione

Oltre all'attestazione e del direttore dei lavori o, in mancanza, del professionista abilitato che si occupa della sussistenza delle condizioni necessarie, la segnalazione certificata di agibilità dovrà essere corredata anche dal certificato di collaudo statico il quale, tuttavia, potrà essere sostituito dalla dichiarazione di regolare esecuzione resa dal direttore dei lavori in caso di interventi minori
 
Ancora, sono tra l'altro necessari una dichiarazione dell'impresa installatrice, che attesta la conformità degli impianti installati negli edifici alle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico prescritte dalla disciplina vigente e unadichiarazione di conformità delle opere realizzate alla normativa vigente in materia di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche
 
Inoltre, andranno indicati gli estremi dell'avvenuta dichiarazione di aggiornamento catastale che vanno a sostituire la precedente richiesta di accatastamento dell'edificio.

12/05/2017

Sabato 13 maggio alle 18:30 si inaugura la Consimm Agency

Apre finalmente a Corigliano Scalo la Consimm Agency , MB CASA raddoppia .... oltre al punto vendita di Sibari , viene aperto un punto vendita a Corigliano Scalo in Via Nazionale 209 vicinanze piazza , bar Sanremo , Macelleria Tocci , Ferramenta , chiesa . Il punto vendita fa angolo con Via degli albanesi . La struttura organizzativa dell'Agency vuole essere punto di incontro di ogni esigenza abitativa : dalla vendita al fitto , alle esigenze tecniche , finanziarie , condominiali e legali . Il Consorzio Immobiliare Consimm (il più grande consorzio in Italia di Agenzie Immobiliari: Consulenti Immobiliari Professionisti .''Maurizio Bianchimano Agente Immobiliare da oltre quindici anni sarà il Manager Immobiliaretitolare dell'Agenzia Consimm Corigliano.

La sua esperienza e la sua professionalità faranno sì che l'Agenzia di Corigliano possa essere di aiuto per chi deve vendere ed acquistare casa a Corigliano e paesi limitrofi.

La Consimm Agency di Corigliano ricerca agenti immobiliari, consulenti, acquisitori da inserire nel proprio organico chi fosse interessato può contattare direttamente il Manager Bianchimano per organizzare un appuntamento conoscitivo.

Il Presidente del Consorzio Consimm Pasquale Aiello augura vive congratulazioni al collega MAURIZIO BIANCHIMANO, che ha creduto nei grandi potenziali evolutivi della iniziativa!! Tutti i soci del Consorzio Consimm formulano naturalmente i migliori auguri di buon lavoro al collega Maurizio Bianchimano. Un gruppo di lavoro sempre più integrato, dunque, ( il Consorzio CONSIMM* ) per le migliori fortune dei suoi consorziati! ''

Fonte Ufficio Stampa Consimm

 

Evento Facebook

12/05/2017

A giugno 2017 arriva la cedolare secca per i fitti brevi

A giugno 2017 arriva la cedolare secca anche per gli affitti brevi.
 
Affitti brevi e nuova tassazione: si potrà optare per la cedolare secca al 21%.
 
È diventata legge la norma che detta un nuovo regime fiscale per gli affitti brevi. A partire dal 1 giugno 2017 ai proprietari che dichiarano un reddito proveniente da questa tipologia di locazione verrà data la possibilità di optare per la cedolare secca al 21%.
La novità fiscale è contenuta nell’articolo 4 del Dl 50/2017, pubblicato nel Supplemento Ordinario 20/L della Gazzetta Ufficiale n. 95 ed entrato in vigore lo scorso 24 aprile. La cosiddetta “manovrina” specifica inoltre che la cedolare secca diventa applicabile anche sui proventi lordi derivati da contratti di sublocazione e dai contratti a titolo oneroso conclusi dal comodatario con terzi per il godimento dell’immobile, sempre che siano rispettate le condizioni e i requisiti relativi agli affitti brevi.
Cosa sono gli affitti brevi.
 
L’articolo 4 del Dl specifica che per affitti brevi si intendono quei contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, compresi quelli che prevedono servizi di fornitura biancheria e pulizia locali, stipulati da soggetti privati non nell’esercizio di attività d’impresa, “direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online”. In pratica nel caso in cui sia il proprietario ad affittare, esso deve provvedere al pagamento delle tasse esercitando l’opzione fiscale prescelta tramite dichiarazione dei redditi, mentre diverso è il discorso quando si inseriscono nell’attività soggetti terzi, ovvero le agenzie immobiliari o i portali.
 
Il ruolo degli agenti immobiliari e dei portali negli affitti brevi.
 
Gli intermediari che concludono un contratto di locazione inferiore ai 30 giorni tra un proprietario e un inquilino dovranno trasmettere i dati relativi ai contratti all’agenzia delle Entrate; pena per l’omissione o l’incompleta trasmissione dei dati è una sanzione dai 200 ai 2000 euro, che si riduce della metà se si provvede alla comunicazione entro i 15 giorni successivi alla scadenza o se, nello stesso termine, viene effettuata la corretta trasmissione dei dati precedentemente forniti in modo incompleto o erroneo.
Per assicurare il contrasto all’evasione fiscale inoltre, gli intermediari, agenti o portali che siano, dovranno trattenere una ritenuta d’acconto del 21% sui proventi dei canoni e corrispettivi, operando in qualità di sostituti d’imposta e versarli utilizzando il modello F24. Nel caso in cui il proprietario non abbia esercitato l’opzione per la cedolare secca, la ritenuta viene considerata corrisposta a titolo di acconto e potrà conteggiarla all’interno dell’ammontare Irpef dovuto per quell’anno. Compito degli intermediari sarà infine quello di inviare la Certificazione unica annuale con gli importi pagati al fisco a titolo di imposta o di acconto, come indicato nel Dlgs 322/98.
In ogni caso le modalità di trasmissione e conservazione dei dati e le disposizioni relative all’attuazione della norma contenuta nell'articolo 4 del Dl 50/2017 verranno definite in un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate atteso entro il prossimo 25 luglio.

SEGRETERIA CONSORZIO CONSIMM